Novembre è il mese di San Martino e della sua Estate.
In dialetto Lodigiano
"Fà sanmartìn"
oggi significa solo fare trasloco,
una volta invece, voleva dire cambiare casa e lavoro.
una volta invece, voleva dire cambiare casa e lavoro.
Ai contadini infatti con il lavoro veniva anche garantito l'alloggio.
I contratti di lavoro terminavo, dopo la semina, ai primi di novembre,
se non erano riconfermati, uomini e donne impacchettavano le loro poche cose in fagotti,
li caricavano su di un carretto e, i più fortunati con un cavallo o un asino,
gli altri a piedi partivano alla ricerca di un'altra casa e un altro lavoro.
Ma San Martino è anche
Castagne e Vino
Per rimanere in tema ho scelto un dolce (non dolce) povero e antico.
La Busecchina e una preparazione tipica delle province di Brescia, Bergamo,
Mantova e Milano, nelle quali viene preparata con delle piccole varianti,
qualcuno mette la vanillina, qualcuno il vino bianco secco, altri il vino bianco dolce
e qualcuno l'omette completamente cuocendole solo con l'acqua.
Gli ingredienti principali sono le castagne secche
(che in dialetto lodigiano si chiamano "ciuchìn")
il vino e la panna che erano ingredienti reperibili facilmente da tutti i contadini.
La castagna denominata anche il pane dei poveri, veniva raccolta nei boschi
e fatta seccare, un bicchiere di vino non mancava mai,
la panna si andava a prendere direttamente in stalla e,
se qualcuno non se la poteva permettere la sostituiva con il latte.
Si dice che il nome di questo dolce derivi da "buseca", la trippa,
per la vaga somiglianza della zuppa lombarda a base appunto di trippa,
io so solo che in dialetto lodigiano arcaico le castagne si chiamano "büŝechine".
Ingredienti
250 gr di castagne secche (ciuchìn)
200 ml di panna liquida
1 bicchiere di vino bianco dolce (io Moscato)
Preparazione
Dopo l'ammollo, prima di mettere le castagne a cuocere,
eliminare (io ho usato uno stuzzicadenti) gli eventuali residui di buccia.
Le castagne devono lessare dolcemente senza bollire,
saranno pronte quando avranno assorbito quasi tutto il liquido di cottura.
A cottura ultimata versare le castagne in una ciotola e irrorarle con il loro "brodo".
Lasciar intiepidire e ricoprire con la panna liquida;
servire qualche castagna in ogni tazza con un po' di panna.
Come dicevo questo dolce non è assolutamente dolce,
e la panna non ha più la consistenza di una volta (purtroppo dico io)
quindi per dargli un po' più di consistenza e un po' di dolce
ho aggiunto un paio di cucchiai di miele di melata.
E ora vediamo come hanno preparato castagne e/o vino le mie amiche
Come sempre questa rubrica tornerà il mese prossimo
e se vi fa piacere potete seguirci anche sulla nostra pagina Facebook
ci trovate qui.
:-D
P.S.: mi sono accorta ora che questo è il mio post n. 500!!!
Mi piacciono i numeri tondi e son contenta che sia una ricetta per questa bella rubrica
che condivido con queste otto ragazze, amiche nuove e amiche di lunga data
e quindi brindiamo
il vino lo porto io
Prosit!!!
:-D
I contratti di lavoro terminavo, dopo la semina, ai primi di novembre,
se non erano riconfermati, uomini e donne impacchettavano le loro poche cose in fagotti,
li caricavano su di un carretto e, i più fortunati con un cavallo o un asino,
gli altri a piedi partivano alla ricerca di un'altra casa e un altro lavoro.
Immagine presa dal web |
Castagne e Vino
Per rimanere in tema ho scelto un dolce (non dolce) povero e antico.
La Busecchina e una preparazione tipica delle province di Brescia, Bergamo,
Mantova e Milano, nelle quali viene preparata con delle piccole varianti,
qualcuno mette la vanillina, qualcuno il vino bianco secco, altri il vino bianco dolce
e qualcuno l'omette completamente cuocendole solo con l'acqua.
Gli ingredienti principali sono le castagne secche
(che in dialetto lodigiano si chiamano "ciuchìn")
il vino e la panna che erano ingredienti reperibili facilmente da tutti i contadini.
La castagna denominata anche il pane dei poveri, veniva raccolta nei boschi
e fatta seccare, un bicchiere di vino non mancava mai,
la panna si andava a prendere direttamente in stalla e,
se qualcuno non se la poteva permettere la sostituiva con il latte.
Si dice che il nome di questo dolce derivi da "buseca", la trippa,
per la vaga somiglianza della zuppa lombarda a base appunto di trippa,
io so solo che in dialetto lodigiano arcaico le castagne si chiamano "büŝechine".
Ingredienti
250 gr di castagne secche (ciuchìn)
200 ml di panna liquida
1 bicchiere di vino bianco dolce (io Moscato)
Preparazione
Dopo l'ammollo, prima di mettere le castagne a cuocere,
eliminare (io ho usato uno stuzzicadenti) gli eventuali residui di buccia.
Le castagne devono lessare dolcemente senza bollire,
saranno pronte quando avranno assorbito quasi tutto il liquido di cottura.
A cottura ultimata versare le castagne in una ciotola e irrorarle con il loro "brodo".
Lasciar intiepidire e ricoprire con la panna liquida;
servire qualche castagna in ogni tazza con un po' di panna.
Come dicevo questo dolce non è assolutamente dolce,
e la panna non ha più la consistenza di una volta (purtroppo dico io)
quindi per dargli un po' più di consistenza e un po' di dolce
ho aggiunto un paio di cucchiai di miele di melata.
E ora vediamo come hanno preparato castagne e/o vino le mie amiche
Stefania - Friuli Venezia Giulia: Mele col vino bianco - Mei cul vin blanc
Artù - Piemonte: Vino bollito (Vèin brulé)
Ilenia - Toscana: Lasagne bastarde o "Armelette"
Silvia - Lazio: Castagnaccia
Paola - Campania: Le Allesse
Nadina - Basilicata: Crostata con il castagnaccio
Giovanna - Calabria: Pitticelle 'i castagne (ciambelline di castagne)
Patrizia - Sicilia: Fasuoli e Cruzzitieddi
Nadina - Basilicata: Crostata con il castagnaccio
Giovanna - Calabria: Pitticelle 'i castagne (ciambelline di castagne)
Patrizia - Sicilia: Fasuoli e Cruzzitieddi
Come sempre questa rubrica tornerà il mese prossimo
e se vi fa piacere potete seguirci anche sulla nostra pagina Facebook
ci trovate qui.
:-D
P.S.: mi sono accorta ora che questo è il mio post n. 500!!!
Mi piacciono i numeri tondi e son contenta che sia una ricetta per questa bella rubrica
che condivido con queste otto ragazze, amiche nuove e amiche di lunga data
e quindi brindiamo
il vino lo porto io
Prosit!!!
:-D
che bella ricetta,complimenti!!!non avevo mai pensato di abbinare le castagne cotte con la panna,insolito per me ma molto molto invitante!!e devo provare anche questa eh si!!
RispondiEliminaun bacione :)
Sono proprio queste le ricette che ricerchiamo con passione per la nostra rubrica, il dolce in effetti è figlio di questa nostra epoca moderna ed invece una volta questo era considerato un vero e proprio scalda anima....altrochè!
RispondiEliminacomplimenti per i tuoi 500 post, sono felice che sia capitato di festeggiare con noi del gruppo #cucinaeterritoriodicasanostra
Uauh una ricetta che mi rimanda a quando ero piccola...mia nonna adora le castagne secche e lessate ....lei non le faceva così credo mettesse solo acqua e poco altro ...questa ricetta sarà pure povera ma è incredibilmente ricca di storia...mi piace!!! troppo belle le nostre tradizioni !!!
RispondiEliminala ricetta mi piace molto, le castagne con la panna e il vino, immagino che siano una prelibatezza. Ti ringrazio tantissimo per aver scelto noi della rubrica di Cucina e territorio di casa nostra, per festeggiare il tuo 500° post. Grazie ancora e tantissimi auguri.
RispondiEliminaAuguri! Bello festeggiare il post n°500 con delle annotazioni lodigiane! Sei bravissima a raccontare (oltre che a cucinare) le tradizioni di Lodi... mio papà le conosceva bene, ma adesso che non ho più nessuno a cui chiedere, mi fa tanto piacere leggere i tuoi post
RispondiEliminaUn abbraccio
Sembra una ricetta buonissima, grazie per averla condivisa.
RispondiEliminaUn abbraccio
...sebbene sia lombarda doc, non ho mai provato questa ricetta...
RispondiEliminaquesto inverno si recupera
complimenti per i 500 post e per questa splendida ricetta! Un abbraccio SILVIA
RispondiEliminaallora.... a parte le castagne che mi piacciono tantissimissimo... ADORO quando metti foto d'epoca (tue o dal web non importa) hai un modo di rievocare la tradizione come pochi sanno fare, quindi ........ grazie!
RispondiEliminaNon conosco questo piatto, ma solo a vederlo mi fà venire l'acquolina in bocca! Bravissima
RispondiEliminaNoi a Genova, quando è stagione come adesso, facciamo il riso e latte, che è una minestra che spesso si prepara nelle fredde serate invernali e a volte ci si aggiunge anche delle castagne bollite.
Ti abbraccio
ciaooo